
09 Mar Make-up artist come attività professionale
Make-up artist come attività professionale: è possibile?
Quella del make-up artist come attività professionale rimane un quesito con ancora delle riposte aperte.
Questo perchè quello del truccatore sembrerebbe un mestiere non ancora sdoganato dall’immaginario comune.
Complici i social che danno un’idea deformata di questa professione, si pensa che, quella del make-up artist, sia solo un passatempo fatto per divertirsi quando non si ha nulla da fare.
Non solo, l’arte dell’improvvisarsi truccatori solo perchè si seguono i tutorial e quindi si può esercitare tranquillamente questa professione (ovviamente a nero) indebolisce ancora di più questa figura.
A tutto questo si unisce il fatto che è davvero difficile regolamentare questa posizione lavorativa in ambito fiscale.
Per cui, si pensa a farlo giusto per e se ci si può guadagnare qualcosa anche meglio.
Beh, che dire? Per alcuni quella del make-up artist è davvero una professione, vive per questo, versa i contributi, paga le tasse e affronta tutte le dinamiche relative ad un vero e proprio lavoro, perchè quello del truccatore è un lavoro.
Essere un truccatore dipendente o free lance
Su questo argomento ho già parlato in due articoli, quindi se ne volete sapere di più, potete leggere qui.
Una volta completati gli studi accademici, è il momento di cominciare un pò di gavetta.
Di solito è la parte pratica dove si mettono a frutto gli insegnamenti ricevuti. Non si guadagna molto ma l’esperienza è importante. Come dico sempre: è inutile collezionare titoli se poi non si sa tenere in mano un pennello o non si è in grado di gestire il cliente.
In secondo luogo dovete decidere se lavorare come dipendenti o come liberi professionisti.
Se volete lavorare per qualche azienda, l’unico impegno è inviare il curriculum vitae.
Se siete interessati alla libera professione, dovete organizzarvi per conto vostro e aprire una partita iva.
Quella del truccatore è una figura che va inquadrata o come artigiano o come libero professionista.
Inizialmente non è necessario aprire la partita iva. Si può lavorare con prestazioni occasionali, lasciando al cliente una semplice ricevuta con ritenuta d’acconto del 20%, accompagnata da una marca da bollo per importi superiori ai 77,47 euro.
L’importante è mantenere il ricavo al di sotto del cinque mila euro annui. Inoltre non potete prestare la vostra opera per più di 30 giorni ad un unico committente (in quel cosa sarebbe un vero e proprio contratto di lavoro).
Quanto cosa e come aprire una partita iva?
La prima cosa da fare è individuare il giusto codice ATECO. Per la figura del make-up artist ce ne sono tre:
- 96.02.02 categoria servizi degli istituti di bellezza
- 90.02.09 altre attività di supporto alle rappresentazioni artistiche
- 96.09.09 altre attività di servizi per la persona in caso di libero professionista.
Il consiglio più sensato è quello di rivolgersi ad un bravo commercialista, qualcuno che vi indichi il codice più giusto per la vostra attività e per il modo in cui volete svolgerla.
Sicuramente come free lance i problemi sono di più, per quanto riguarda la parte fiscale che è tutta a carico vostro.
Il lato positivo è che non state alle dipendenze di nessuno. Potete gestirvi il lavoro come meglio credete e potete spostarvi.
Di certo è che, allo scadere delle date fisse, i contributi vanno versati e le tasse pagate.
Comunque, per quanto si parli di cifre di tutto rispetto, sappiate che potete pagarle un pò alla volta, rateizzando i pagamenti in modo da non affossarvi.
Nota dolente, se vi ammalate non avete nessun credito o beneficio. Non esiste che vi possiate mettere in malattia. Una partita iva guadagna solo se lavora. Se, un giorno, decidete di stare a casa, nessuno vi rimborserà quella giornata che, di conseguenza, andrà persa.
Quindi, imparate a lavorare anche con il mal di testa, il mal di pancia, il mal di schiena e tutti i mali che vi possano venire.
C’è da dire che comunque, il nostro lavoro è bello, piace e ci piace e ci fa passare ogni malanno.
Regime fiscale per make-up artist come attività professionale
Il mio consiglio che faccio questo di mestiere? Il regime forfettario.
Sicuramente è il più conveniente, quello che vi darà meno tormento al momento di versare i contributi.
Credetemi, i contributi sono la vostra priorità perchè quando un giorno deciderete di smettere di lavorare avrete diritto alla vostra pensione.
Quindi, non prevedete di fare questo lavoro, se volete lavorare in questo settore, in nero perchè alla fine non ne ricaverete nulla.
Se dovete fare dei sacrifici per diventare un truccatore professionale che almeno ne valga la pena (e non solo per essere ben pagati al momento). Questo lavoro è comunque un investimento per il vostro futuro.
Come scegliere l’attività indipendente o quella da dipendente?
Questo potete saperlo solo voi. Dovete essere voi a decidere cosa fare.
Ad ogni modo, già durante il percorso di studi e i tirocini formativi, potete confrontarvi con queste realtà, parlarne con i vostri docenti o tutor e aiutarvi a chiarirvi le idee.
Io durante i miei corsi, sia quelli di primo livello che gli intermediate lo faccio sempre.
Cerco sempre di rispondere alle domande o di chiarire i dubbi dei miei studenti. Non li lascio mai senza risposta (almeno ci provo).
Non abbiate paura di chiedere. Se una risposta non vi soddisfa chiedete ancora.
Non mollate solo perchè vi sembra così complicato. Credetemi, una volta arginato lo scoglio del timore tutto il resto vien da sé.
Se vi interessa avere una buona guida nel vostro percorso di formazione, vi lascio questo link, clicca qui.
Alla prossima!!!
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