Un codice ateco per make up artist
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Diciamo che, per noi che lavoriamo nel settore del beauty è un piccolo passo in avanti anche se ancora non del tutto risolutivo.
Ma andiamo con ordine.
I codici ateco di riferimento per un truccatore
All’inizio della mia attività, parliamo del 2013, la mia intenzione era quella di aprire come make up center ma, questa dicitura, relazionata alla figura del make up artist non esiste. Così, per trovare un modo per giustificare le mie prestazioni e il fatto di non essere un’estetista qualificata e certificata, ho aperto con il codice ateco di una normale profumeria, pur (per assurdo) non avevo la parte alcolica. Infatti, non c’erano profumi ma solo prodotti per il trucco e per la skin care.
Inoltre, per legge, non si può truccare all’interno di una profumeria, quindi la giustificazione era “far provare i prodotti alla cliente”. Ciò, ovviamente, vale nel momento in cui si voglia dormire in modo sereno ipotizzando un controllo.
Inutile dire che non è la stessa cosa che portare avanti, con serenità, un’attività con il proprio inquadramento fiscale. Però, in alternativa e, in attesa di un cambiamento, questa era l’unica soluzione a portata di mano che mi permetteva di fatturare e di andare avanti.
Quando ho deciso di eliminare la parte commerciale, perchè non ci stavo più dietro, sono andata in difficoltà perchè mi veniva a mancare la dicitura di “profumeria” quindi non potendo battere cassa non potevo più dichiarare.Così, è arrivata in soccorso la mia commercialista che mi ha trovato un altro codice ateco che mi potesse permettere di eseguire solo prestazioni. Il codice era, appunto, quello de servizi alla persona.
Come definizione è un pò generico però, in un certo modo, permette a noi truccatori di procedere con la fattura.
Di sicuro, la mia carta vincente è stata farmi seguire da una professionista preparata e sempre aggiornata. Consigli spassionato e unico su tutti.
Ora, parliamo di controversie discutibili che ci mettono un pò al riparo da tutto ma, perchè “servizi alla persona” sì e “make up artist o truccatore” no? A questa domanda ancora non c’è risposta ma solo un grande e incolmabile vuoto fiscale che non fa altro che incoraggiare il lavoro in nero con tutte le conseguenze, compresa quella di sminuire noi professionisti che paghiamo regolarmente tasse e contributi.
Sì, la parte più antipatica è vedere deprezzato il nostro lavoro da chi, non avendo spese statali da pagare, può permettersi di mantenere dei prezzi molto competitivi. Questo non è decisamente giusto.
Il risultato è una proliferazione di personaggi che si improvvisano make up artist senza tenere conto di tante sfumature a cominciare dai cavilli fiscali.
Cosa fare per diventare un make up artist professionista
Una volta terminati gli studi, se volete qualche idea su come impostare il vostro percorso di formazione vi lascio questo articolo, clicca qui, il primo passo è affidarvi ad un bravo commercialista che procederà ad inquadrarvi con il giusto codice ateco, magari suggeritelo stesso voi adesso che lo sapete. Con il codice si procede all’apertura di una partita iva. Questo vi darà la possibilità di fatturare.
Per quanto riguarda questo aspetto, adesso si procede con la fatturazione elettronica. Ebbene sì, fino ad un pò di tempo fa potevamo farle cartacee, era molto semplice, bastava portarsi il blocchetto delle fatture e il timbro personalizzato. Una volta terminato il blocchetto, lo si consegnava al commercialista.
Adesso c’è un programma per la fatturazione elettronica che, basta solo prenderci confidenza, credetemi, è davvero semplice.
Io mi regolo così. Raccolgo i dati del cliente e appena sono a casa o, al massimo, entro i 12 giorni dalla prestazione, si ha la possibilità di procedere con la fattura che verrà direttamente indirizzata all’Agenzia delle Entrate.
Una copia arriverà al cliente e il nostro commercialista potrà tranquillamente prenderne visione al momento di passare alla nostra contabilità.
Davvero, è molto più semplice di quello che si pensi. Di sicuro è il modo più legale per lavorare in tutta serenità e, soprattutto, per far sì che questa diventi proprio la vostra professione. Pagherete le tasse, certo, ma anche i contributi. Chiedete al vostro commercialista di inquadrarvi nel regime dei minimi, in questo modo avrete delle agevolazioni nei pagamenti ma almeno lavorerete come veri professionisti, garantendovi un’immagine di tutto rispetto.
Quindi, in attesa che (speriamo presto) anche noi truccatori potremo avere il nostro codice personalizzato, accontentiamoci di questo piccolo passo in avanti.
Alla prossima e…… buon lavoro!!!!!